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Con la crisi più debiti per tutti...

Nel 2011 ogni famiglia italiana esposta per oltre ventimila euro. Cresce il rischio usura

La crisi ci rende un popolo di indebitati. Non ci sono solo le rate del mutuo o per l’acquisto dell’auto. Sempre più spesso le famiglie sono costrette a prendere denaro a prestito per far fronte alle necessità di tutti i giorni. Se non si hanno i soldi per pagare le bollette e per fare la spesa non c’è alternativa alla richiesta di un prestito. C’è chi vuole un elettrodomestico in più, l’ultimo modello di smartphone e non sa rinunciare ad una rigenerante vacanza.
Secondo la Cgia di Mestre al 31 dicembre 2011 l’indebitamento medio delle famiglie italiane ha raggiunto i 20.107 euro. Le più esposte con le banche italiane sono le famiglie residenti nella provincia di Roma, con un dato medio pari a 29.435 euro, seguono quelle di Milano, con 28.680 euro, di Lodi, con 28.560 euro, Monza-Brianza, con 27.891 euro e di Prato, con 26.930 euro. Prima di fare considerazioni sulla necessità di chiedere prestiti per far fornte alle esigenze delle familgie bisogna tenerepresente che le province più indebitate sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati.
Il debito è il tratto distintivo di questa,ormai, lunghissima crisi globale. Tutto è cominciato nel 2007 con lo scoppio dei mutui immobiliari negli stati Uniti. Poi il il contagio all’Europa con la crisi dei debiti sovrani. Per fronteggiare il pessimisno dei mercati sulla possibilità degli stati dell’Europa meridionale di ripagare i propri debiti, i governi hanno varato pesanti misure di austerity che hanno fatto rallentare il ritmo dell’economia. Fallimenti delle imprese e disoccupazione, portano oggi molti italiani a dover ricorrere sempre più frequentementi ai prestiti. I dati che emergono dall’elaborazione condotta dall’associazione che mette insieme gli artigiani italiani raccontano di un Paese con un’economia che gode di cattiva salute. Prezzi e tariffe in aumento stritolano gli italiani già messi a dura prova da una disoccupazione sempre più diffusa.
Il livello di indebitamento delle famiglie, spiega la Cgia, è quello che dipende dall’accensione di mutui per l’acquisto di una abitazione, dai prestiti per l’acquisto di un auto e, più in generale, di tutti i beni mobili. Ma ci sono anche il credito al consumo e i finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili. Tante spese che nel 2011 hanno portato a un aumento medio di 911 euro dei debiti delle famiglie.
Dall’indagine dell’associazione di Mestre emerge che dall’inizio della crisi (che per l’Italia viene fatta risalire al gennaio 2009), l’incremento è stato del +33,4 per cento, pari, in termini assoluti, a 5.039 euro. Se rapportiamo il peso dell’indebitamento delle famiglie italiane sul reddito disponibile sono sempre le più ricche province del Nord a guidare la graduatoria. Lodi (79,3 per cento); Como (67,7 per cento) e Varese (64,6 per cento). «Al di là della mappatura a livello territoriale - dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - la maggiore incidenza del debito sul reddito la rileviamo nelle famiglie economicamente più deboli».
È ovvio che con il progressivo aumento della disoccupazione questa situazione è destinata a peggiorare. «Non dimentichiamo, inoltre, che in Italia esiste un ampio mercato del prestito informale che non transita per i canali ufficiali. Vista la forte contrazione degli impieghi bancari avvenuta in questi ultimi anni, non è a escludere che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell’usura si diffonda a macchia d’olio».
La spaccatura a livello territoriale tra un Nord più ricco e un Mezzogiorno perennemente in difficoltà racconta anche di molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli esposti al rischio di non poter ripagare i propri debiti.

tratto da ladiscussione.com

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